"Nel 1995 ero un giovane ed inesperto musicista di vent’anni alle prese con lo studio dell’arrangiamento. In quegli anni non era possibile affidarsi alla sconfinata letteratura di partiture musicali oggi reperibile sul web. Per esaminare armonie e arrangiamenti di brani più o meno conosciuti, non avendo somme di denaro sufficienti ad acquistare costosi volumi contenenti le partiture originali, l’unica strada percorribile era sfruttare il proprio orecchio.
Molto presto capii però che si trattava di una strada piuttosto tortuosa, colma di ostacoli e vicoli ciechi: l’ascolto presentava diverse insidie, soprattutto quando i brani erano armonicamente complessi (o “ricchi”, come imparai a dire più tardi), o eseguiti da organici numerosi, oppure ancora incisi con una qualità sonora non eccellente, se non addirittura scadente.
Per fortuna, dopo alcuni sudatissimi lavori di arrangiamento completati a fatica, incontrai una persona che mi aiutò a capire che questo processo poteva diventare meno snervante: era sufficiente “allenare l’orecchio”, mi disse. “È quello che sto facendo”, risposi io. Ma avevo torto.
Allenare l’orecchio non significava cercare di “sentire meglio” o di “sentire di più”, bensì arrivare a sentire in modo differente: leggere le armonie attraverso i colori degli accordi, le tensioni che crea una determinata successione, intuire il linguaggio di una melodia o di un fraseggio, invece di trascriverne la mera sequenza di note.
Iniziai così a conoscere un nuovo approccio di ascolto, grazie al quale non solo potei ridurre i tempi di trascrizione di arrangiamenti esistenti, ma la scrittura stessa di un arrangiamento originale e la capacità di improvvisare con lo strumento divennero per me capacità più istintive, perché legate alla natura stessa della musica, che pur nascendo dalla fisica delle onde sonore, compie il suo miracolo espressivo nell’effetto che si trasmette da chi la esegue a chi la ascolta.
Da allora, questa è la prospettiva che ha accompagnato il mio percorso di musicista, come strumentista, arrangiatore, compositore e, soprattutto, come ascoltatore: una rinnovata passione per la musica che devo in gran parte a Claudio Castellari, la persona che mi ha insegnato come allenare il mio orecchio e come “sentire la musica”".